Otturazioni in composito

Le otturazioni, ricostruzioni dentarie dirette, trovano maggior indicazione nei caso di carie, traumi, sostituzione di vecchie otturazioni infiltrate o semplicemente per migliorare l’estetica del sorriso.

Le resine composite fotopolimerizzabili rappresentano il materiale di prima scelta. Si tratta di un materiale attentamente studiato in modo da possedere proprietà chimico-fisiche ideali all’impiego in questo campo.

Come viene fatta un’otturazione?

La prima fase consiste nell’isolamento del campo operatorio con una diga di gomma e nella rimozione della carie o della vecchia otturazione. Nel caso di frattura bisogna rifinire la parte rimanente del dente in modo da rendere la superficie più adatta alla futura ricostruzione.

In seguito la cavità viene trattata con l’acido ortofosforico al 37%. Questo passaggio, detto anche mordenzatura serve ad aumentare la superficie di contatto tra dente e otturazione. In poche parole serve ad aumentare il legame tra il dente e l’otturazione. Serve inoltre ad aprire i tubuli dentinali che vengono tappati durante la fase della rimozione carie.

Successivamente viene applicato l’adesivo, una resina fluida fotopolimerizzabile che funge da legame tra il materiale da otturazione e il dente. Essendo fluida penetra agevolmente nei tubuli dentinali precedentemente aperti dalla mordenzatura. Questa fase è chiamata anche bonding.

Si procede poi con la ricostruzione del dente con della resina di consistenza più elevata. Il dentista ha a disposizione una vasta scala di colori e tonalità. Una volta scelto il colore si inizia a deporre il primo strato del materiale. È importante farlo gradualmente, a strati, in quanto la fotopolimerizzazione, reazione chimica di indurimento del materiale indotta dalla luce ultravioletta a disposizione del dentista, causa una contrazione del materiale stesso. Questa contrazione da polimerizzazione deve essere attentamente controllata perchè essa può influire sulla durata del restauro. Una volta che si raggiunge la forma ed il colore desiderato si passa alla rifinitura ed infine alla lucidatura del restauro.

Quanto durano le otturazioni in composito?

Le resine composite sono materiali molto resistenti all’usura per cui quando parliamo della durata dell’otturazione in composito ci riferiamo generalmente alla presenza o meno del sigillo all’unione tra essa ed il dente e più raramente del consumo della stessa dovuta alla masticazione. Con il tempo può infatti comparire il cosiddetto gap marginale ossia una fessura all’unione tra il materiale da otturazione ed il dente. Dipende molto dall’igiene orale del paziente e di conseguenza la durata è molto variabile.

Come prevenire l’infiltrazione?

Visite periodiche di controllo e l’ablazione del tartaro ogni 3-6 mesi, fungono a per ridurre la quantità di placca e aiutano a mantenere le otturazioni. 

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